Non si è trattato di una rappresentazione della commedia shakespeariana, anche se Umberto Cammardella, nel corso della conferenza stampa presso l’auditorium “Giovanni Arpino” in largo della Resistenza a Bra, si è proclamato “Re delle Fate”, un Oberon con il compito di attirare l’attenzione sui progetti della Libellula Nerostellata Bra, consorzio nato lo scorso anno tra il Bra e il Cherasco, e che ha già raccolto i primi risultati con il titolo regionale conquistato dall’Under 13 femminile.
Il sogno è presto spiegato dalla denominazione del progetto, #Dream2024: arrivare alla serie A2 nel 2024, per completare un cammino iniziato con la salita in B2 nel 2019, che prosegue con l’acquisizione della Serie B1, campionato per il quale il sodalizio rossonero si sta attrezzando gettando le basi appunto di un nuovo salto a tempi brevi.
La presentazione ufficiale del progetto braidese ha avuto spettatori d’eccezione: il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il Vicepresidente del consiglio Regionale Franco Graglia, i sindaci di Bra e di Cherasco Gianni Fogliato e Carlo Davico e l’assessore braidese Luciano Messa.
Marco Bogetti ha ripercorso la storia degli ultimi 4 anni, i primi della gestione Libellula, caratterizati dalle due promozioni consecutive, in Serie C (con vittoria della Coppa Piemonte) e in Serie B2, con tutta una serie di titoli provinciali nelle varie categorie e una serie di finali regionali, coronate dal titolo regionale Under 13 2021.
Alberto Milanesio ha introdotto l’argomento marketing, che ha il fiore all’occhiello del network degli sponsor Libellula, che non sono solo presenze del territorio locale (in sala erano presenti oltre una ventina di imprenditori e commercianti braidesi) ma arrivano anche da fuori Regione, dall’intero Nord Ovest. La pandemia finora ha limitato le sinergie previste tra sponsor e associazione sportiva, ma le oltre 60 realtà affiancheranno sempre più operativamente l’attività agonistica man mano che si ritornerà alla normalità nei prossimi mesi.
Infine, Umberto Cammardella ha presentato l’aspetto sociale del progetto, con la volontà di coinvolgere le istituzioni in un modello organizzativo esportabile anche altrove, dove l’atleta venga visto come persona completa e possa percorrere la strada dello sport agonistico senza rinunciare ad una formazione scolastica e professionale che gli consenta di competere nel mondo del lavoro quando terminerà il suo percorso sportivo.
Questo progetto sociale, che si rivolge anche agli altri sport del territorio per una condivisione progettuale ed etica (leggasi hockey su prato e basket, realtà molto presenti e vive in città) è stato accolto con grande interesse dalle autorità politiche presenti, che nei loro interventi hanno sottolineato la grande validità e l’inusualità della proposta, che va ben oltre le natutali ambizioni agonistiche di tutte le società sportive, garantendo l’adesione e il possibile supporto istituzionale.
«In Italia molti fra coloro che praticano sport a livello agonistico sono costretti a reinventarsi ogni stagione e non possono sperare, terminata la carriera di avere basi economiche solide – ha sottolineato Cammardella – Una parte si trova, anzi, a reinserirsi nella società, a quasi quarant’anni, senza valide prospettive lavorative, non avendo avuto, spesso, una formazione adeguata. Da qui il nostro progetto: seguire le atlete in un percorso duplice, agonistico e di studio, in collaborazione con gli enti di formazione cittadini e dei comuni limitrofi. In questo modo, una volta uscite dal mondo agonistico queste ragazze, con le conoscenze acquisite potranno inserirsi nel mondo del lavoro e continuare a fornire il loro apporto, restando sul territorio, nella preparazione di nuove generazioni di sportivi».