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L’evolversi esponenziale del contagio coronavirus o Covid-19 su tutto il territorio nazionale, ha comportato un aumento dello stato d’emergenza ospedaliero, e per evitare di arrivare al suo collasso sono state prese drastiche misure per cercare di arginare il più possibile il suo diffondersi.
Punta a questo infatti il divieto preso nei giorni scorsi a livello ministeriale, subito tradotto dalla Federazione nella sospensione dell’attività nei campionati nazionali di Serie B, regionali e territoriali fino al 15 marzo, mentre le due Leghe di Serie A maschile e femminile hanno imposto la disputa delle gare a porte chiuse su tutto il territorio fino al 3 aprile, non solo nelle tre regioni più interessate (Lombardia. Veneto ed Emilia) come fatto sinora.
La speranza è che la situazione evolva al più presto, anche se nessuno conosce i tempi di questo nuovo virus, per fortuna mortale in percentuali molto contenute, ma destinato a creare disagi anche sul piano sociale, e che si ripercuoterà anche nel mondo sportivo a lunga (ma neppure troppo) gittata. Al momento il primo disagio è il mancato incasso da parte delle società interessate, se la situazione economica continuerà a peggiorare, potrebbero venire interessate in futuro le sponsorizzazioni.
Insomma, siamo solo all’inizio di un’emergenza che, ormai come ogni altra cosa in questa nostra società, diventerà globale che lo vogliamo o no, con conseguenze al momento non ben ipotizzabili.
Non è catastrofismo ma realismo, bisogna cercare di allargare sempre gli orizzonti e i punti di vista per provare ad anticipare gli scenari, anzichè inseguirne soltanto le conseguenze negative.
Cercare di portare a termine la stagione agonistica sarà l’ulteriore passo che comunque bisognerà fare, con più o meno tempo a disposizione, cercando di rispettare il più possibile quanto stabilito a inizio stagione per le promozioni in primis, retrocessioni (magari da ripensare) e l’assegnazione dei titoli giovanili nei tempi che consentano le fasi successive.
Non sarà facile, perché ci sarà il sovraffollamento degli impianti, da concordare con il basket o altri sport a seconda della situazione territoriale, anche loro bloccati come noi.
Servirà tanta pazienza e disponibilità ad adattarsi alle varie situazioni: ecco, impieghiamo il tempo libero dall’agonismo che abbiamo in questi giorni per allenarci a questo, così non sarà tempo perso invano.
PVO, il volley vive qui.
Bili Bruno
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