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Coronavirus, o Covid-19.
E’ l’incubo di questi giorni in Italia, chiaramente non si parla d’altro, e non potrebbe essere altrimenti, in un paese abituato a vivere un avvenimento per volta come se fosse l’unico a esistere in quel momento. Così, anche i provvedimenti rischiano di essere “monotematici” e si perde la visione d’assieme, rischiando di mandare in tilt l’intero sistema, a prescindere dalle reali necessità.
Chiudere tutto, da una parte permette di isolare le zone di maggior contagio e circoscrivere i focolai, dall’altra mette in ginocchio l’attività in settori economici che avrebbero avuto bisogno solo di maggiori attenzioni e controlli.
Ma tant’è, siamo italiani, nel bene e nel male e ci dobbiamo adeguare.
Ora sembra che il peggio sia passato, è stato anche isolato il ceppo italiano del virus, il che porterà a poterlo combattere in maniera più mirata.
Fortunatamente nessun pallavolista finora sembra sia stato coinvolto direttamente, un calciatore purtroppo si. Che gli assembramenti sportivi potessero essere un possibile veicolo di trasmissione del virus l’ha confermato quel giornalista spagnolo contagiato in seguito alla trasferta a San Siro per Atalanta-Valencia, però potrebbe anche non averlo contratto allo stadio bensì in altri passaggi milanesi. Non si saprà probabilmente mai, come non si saprà forse mai chi è il paziente 0 che a Codogno (dove sono stati a giocare recentemente in Serie B maschile Alto Canavese e Sant’Anna e dove dovrà andarci nel recupero di sabato scorso, quindi a breve, il Savigliano) ha fatto partire la scorsa settimana tutta questa situazione.
La situazione sembra destinata a rientrare gradualmente nelle prossime settimane, per cui ora si passerà a giocare a porte chiuse, per riprendere l’attività ma contenendo l’affluenza di persone movimentate per assistere alle partite, minimizzando quindi le possibilità ulteriori di contagio.
Insomma, una sorta di pausa tra andata-ritorno bis, a poche settimane da quella vera già effettuata.
Comunque sabato scorso si è giocato su quasi tutti i campi in regione, e quindi anche stavolta qualcosa da raccontare lo abbiamo avuto, tanto per assolvere al nostro compito settimanale.
E si è anche giocato a livello nazionale, con la Coppa Italia maschile assegnata al Civitanova del secondo libero cuneese Andrea Marchisio contro il Perugia del terzo centrale albese Omar Biglino, mentre la Coppa Italia A2/A3 è andata al Bergamo, 3-2 sul Brescia del “redivivo” opposto cuneese Mauro Gavotto, nuovamente in campo a 40 anni.
Certo mi sarebbe piaciuto di più affrontare l’argomento con un approccio più “leggero” come spesso mi capitava di fare in passato, in maniera magari più scanzonatoria e parodistica.
Ad esempio per segnalare la sproporzionata reazione consumistica delle persone alla situazione, con l’assalto ai supermercati per accapparrarsi qualunque genere di sopravvivenza oppure scorgere genitori in auto con le maschere antigas per riportare a casa i figli dopo gli allenamenti senza poter fare le docce.
Vabbè, ora vado a riposare, mi sento un po’ di febbre…
PVO, il volley vive qui.
Bili Bruno
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